Tempo di lettura: 3 minuti.

La Tonnara di Scopello è ora un luogo vocato all’ospitalità grazie al restyling di Gio Latis Studio. Materiali, toni di colore e qualche elemento di design ridefiniscono, con tocco rispettoso, il carattere senza tempo degli edifici affacciati sul mare trapanese.

È questo il caso di un luogo talmente integrato al paesaggio da dettare le linee guida per la riqualificazione degli edifici che vi sono accolti. La Tonnara di Scopello (Trapani) e i faraglioni dialogano tra loro e con la natura circostante creando un unicum che si disvela scendendo il sentiero sterrato verso il mare.

Nel corpo di fabbrica principale, denominato Palazzina Florio, si trovano le dimore classiche, qui la Annina, ph. Gio Latis Studio.

Dall’alto, si notano i tetti allungati nell’avvallamento e il colore rossiccio e scrostato della facciata della Palazzina Florio. Ma soltanto percorrendo la discesa e approssimandosi agli edifici si capisce la sapienza antica con cui questo complesso è stato creato, e ora riadattato a una funzione di accoglienza messa in atto dal progetto di Gio Latis Studio.

La Tonnara di Scopello (Trapani) si compone di diversi edifici, ora trasformati in luoghi di soggiorno grazie al lavoro rispettoso di Gio Latis Studio, ph. Gio Latis Studio.

È questo un intervento che conserva l’autenticità del luogo con un nuovo livello di comfort ambientale e sfrutta al meglio la luce, la vegetazione e il panorama mozzafiato sul mare.

La dimora dedicata a Giovanna D’Ondes, esponente di spicco della nobiltà palermitana dell’Ottocento, ph. Gio Latis Studio.

L’hotel di 15 dimore e spazi di accoglienza ricavato nel complesso storico risulta talmente connaturato al ruolo culturale che il luogo rappresenta e con livelli di ospitalità tali da preservare il carattere unico del sito sia sul piano ambientale che materico.

“Nel progetto – afferma l’architetto Gio Latis – ci sono tanti diffusi inserti di design, quasi mimetizzati negli ambienti che sono stati ristrutturati con un lavoro delicato sui materiali di finitura: intonaci, pavimenti, colori, decori. Non volevo che diventasse un design hotel, anche se il mio background milanese naturalmente ha influito su alcune scelte”.

L’intervento di interior e art direction ha riguardato la parte di decorazione delle dimore, che un tempo ospitavano gli spazi dei pescatori di tonno, i tonnaroti, e del salone dei Quattro Venti, uno spazio di aggregazione che si trova nel cuore della tonnara, ma anche la realizzazione della terrazza esterna rivolta ai faraglioni, degli spazi di accoglienza e della piccola caffetteria affacciata sul piazzale.

Gli spazi ariosi della dimora Lucie, ph. Gio Latis Studio.

L’atmosfera senza tempo seppur stratificata che caratterizza l’insieme di edifici è rimasta intatta anche per l’inserimento di letti, sedute, illuminazione, tessuti, colori, materiali, finiture, accessori, arredi interni ed esterni rigorosamente site-specific.

Gli spazi ariosi delle dimore, con alti soffitti e abbondante luce naturale proveniente dalle grandi finestre affacciate sul mare, sono avvolti da toni delicati e materici integrati agli intonaci a calce esistenti che ne preservano, insieme a letti e sedute storiche, il carattere essenziale.

La  dimora minimal Rocca in cui ogni scelta è votata al minimalismo e all’autenticità, ph. Gio Latis Studio.

In alcune stanze, grandi testate con decori classici o naturalistici fanno da sfondo ad ampi letti, ma in generale tutte le camere sono arredate con un mix di pezzi storici, rivisitati nei tessuti, contemporanei o riedizioni, apparecchi d’illuminazione in stile che preservano l’originaria sobrietà aggiungendo un tocco fastoso.

Taverna è una delle dimore marinare, realizzate negli alloggi un tempo usati dai marinai e dal Rais, ph. Gio Latis Studio.

Anche negli spazi comuni gli arredi semplici e i materiali originali di pavimenti, soffitti e pareti mantengono lo spirito marinaro originario reso più confortevole dalle comode sedute e dalle luci soffuse della caffetteria, il bar Angelina, e del salone della colazione.

Lo spazio più conviviale porta il nome evocativo di Quattro Venti in quanto l’aria filtra dal pavimento in tavoloni di legno disposti a giunto aperto: si trova al di sopra dello spazio del marfaraggio, ovvero della lavorazione del tonno, da cui ancora oggi si accede direttamente alla spiaggia.

°°°

In apertura, il locale Quattro Venti, ph. Gio Latis Studio.