
L’Hotel Badhaus diventa centro di connessioni urbane a Bressanone.
Ricucire una zona del centro storico di Bressanone? È il compito affidato da Bergmeisterwolf architects al boutique hotel Badhaus. Un edificio con innesti artistici e design contemporaneo che si sviluppa su più livelli con terrazze verdi e con una corte interna a servizio della città.
L’attenta analisi del contesto urbano e delle sue connessioni urbane è stato il principio generatore del nuovo inserimento edilizio progettato da Bergmeisterwolf architects nel denso tessuto del centro storico di Bressanone. Sul sito dove, fino agli anni 40, sorgeva uno stabilimento balneare pubblico, la nuova architettura del boutique hotel Badhaus presenta facciate in mattoni di argilla fatti a mano, rame, vetro scanalato e acciaio nero e una corte interna per concerti, letture, sosta con funzione aperta a tutti.

La corte interna al centro del progetto di Bergmeisterwolf architects.
La nuova struttura di Viertel Group non è esclusivamente un luogo di soggiorno ma soprattutto uno strumento di connessione urbana. La corte interna è infatti il centro da cui si diramano i nuovi assi di collegamento ai vicoli storici, alle piazze e ai giardini limitrofi.



L’intervento prende in considerazione l’intera area circostante con demolizioni, ampliamenti e prolungamenti degli edifici principali per creare nuovi vuoti e quindi spazi aperti che mettono in dialogo vecchio/nuovo e sono accessibili a turisti e abitanti.


Il nuovo inserimento architettonico sfrutta tutto lo spazio disponibile e lo riunisce in un’unica struttura suddivisa in diversi volumi per dare al cortile la maggiore ampiezza possibile. Quello più alto, dalla forma snella e affusolata, si rapporta al vuoto del cortile tramite volumi più bassi con terrazze verdi ricche di piante per creare nuovi punti di osservazione e privacy.


Il rapporto dell’edificio con il contesto urbano è stato analizzato e studiato nei minimi dettagli tanto quanto il layout e il design interni. Il piano terra si presenta completamente libero per favorire spazi di connessione comuni, mentre i piani superiori sono più intimi.
L’arte dà il benvenuto agli ospiti dell’hotel Badhaus.
Il rigore geometrico di volumi e superfici viene attutito dalla vegetazione sulle terrazze con un gioco di colori che cambia tutto l’anno, dalle opere d’arte contemporanea dell’artista Michael Fliri, e dal design innovativo di Harry Thaler per le pareti del garage Viertel rivestite con un pattern in cemento e led integrati e con soffitto di specchi.

Le due opere d’arte – Il cielo stellato liquido e la scultura di un accappatoio sospeso, rispettivamente collocate nei luoghi pubblici della galleria e della stretta via d’ingresso – riprendono la memoria dell’acqua dei bagni pubblici che occupavano il sito. In particolare, il grande intreccio di mani in mattonelle artigianali blu a rilievo, fra le declinazioni cromatiche che caratterizzano l’hotel, richiama le increspature di un corso d’acqua quando viene lambito dai riflessi della luce naturale.



Le scelte di interior design per il boutique hotel Badhaus.
L’elemento acqua è stato declinato nel bar-bistrot Viertel affacciato sul cortile attraverso il blu dei pezzi di vetro di Murano inseriti nel terrazzo veneziano del pavimento e del bancone ma anche delle sedute di Carl Hansen & Søn.


Nelle 21 suite di diverse dimensioni invece assume il verde chiaro utilizzato nei bagni storici per gli arredi in frassino, realizzati su misura da Frener Design, i pavimenti in legno, le pareti e i tendaggi. Non è da meno la quarzite striata dei rivestimenti, dei lavabi e delle cabine doccia nei bagni.



Decisamente più grezzi i materiali naturali utilizzati per le zone comuni: porfido per il disegno della pavimentazione, acciaio con elementi in rame per la porta d’ingresso, acciaio nero per le scale e i corridoi. Un gioco di materiali, colori, linee che sottolinea la matrice contemporanea del nuovo inserimento edilizio senza disdegnare la memoria storica della città.
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In apertura, l’ingresso al Badhaus con l’opera Il cielo stellato liquido di Michael Fliri, ph. Gustav Willeit.
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