
Goethe Hotel a Roma: il ritorno del Grand Tour.
Sulle tracce di Goethe: le opere dello scrittore tedesco si animano nell’hotel-wunderkammer di Chiara Caberlon e Claudia Benzi, ricordandoci quanto l’arte e l’artigianato italiano continuino a suscitare meraviglia.
Un cantiere durato come un viaggio di due anni ha trasformato un antico palazzo sulle sponde del Tevere nel Goethe Hotel, ispirato all’eredità intellettuale e artistica di Johann Wolfgang von Goethe.
La ristrutturazione a più mani fra il project management team di Pacini Group e le progettiste Chiara Caberlon e Claudia Benzi ha fatto riemergere il fascino dei Grand Tour ottocenteschi compiuti dai giovani aristocratici europei per conoscere l’arte e le meraviglie dell’Italia.

Sottolineano le due progettiste: “Uno degli aspetti più interessanti della ristrutturazione dell’edificio è lo storytelling. Il concept è studiato e declinato per tutte le zone dell’albergo. Le aree comuni ricordano un salotto romano dove troviamo continui riferimenti al viaggio in Italia di Goethe mentre le stanze richiamano l’idea intima di uno studio del viaggiatore, la wunderkammer. Abbiamo lavorato intensamente sullo styling e sulla scelta degli artworks che diventano, qui, un vero e proprio racconto a sostegno del design”.


Il racconto si esprime attraverso un design studiato nei minimi dettagli a partire dalla hall dove campeggia un’installazione permanente che rende omaggio alla conoscenza come motore di evoluzione. È la Libreria Infinita la cui forma circolare fa riferimento al viaggio perpetuo che abbraccia passato, presente e futuro ed è contestualizzata dal pavimento in marmo con la rosa dei venti che indica le diverse vie possibili.

La hall, come tutte le aree comuni, è arricchita da opere d’arte e oggetti che rimandano all’opera di Goethe e al tema del viaggio: un binocolo dell’800, una fiaschetta da viaggiatore o quadri con suoi ritratti così come le bottiglie alchemiche che ricordano la sua passione per la botanica o i bauli da viaggio.


Gli spazi comuni, luoghi di connessione.
Le aree comuni sono veri e propri salotti conviviali con arredi preziosi, decorazioni e sedute dalle forme diverse che rendono l’atmosfera confortevole. Anche il ristorante e lounge bar Affinity – Kitchen & Alchemy è uno spazio di connessione e condivisione tra ingredienti, sapori e persone, come fa ben capire il nome derivato dall’opera Le affinità elettive. La private Spa è invece un’oasi dove rigenerarsi e ritrovare l’equilibrio.

Il viaggio nelle 27 camere e suite.
A un’altra importante opera di Goethe, La teoria dei colori, fa riferimento la palette cromatica dei quattro piani dell’hotel e delle camere. Le tonalità fredde del blu, viola e verde delle pareti contrastano con i colori caldi e intensi, rosso, giallo e arancione, dei tessuti, arredi e oggetti d’arte.



I corridoi rievocano il Romanticismo per le pareti rivestite in carta da parati dagli scenari bucolici di un tempo passato. Alla poetica dell’amore dello stesso movimento culturale fanno riferimento i tanti dettagli intimi, quali volti, sguardi rubati e gesti delicati, delle 27 camere e suite.

Sono luoghi di raccoglimento per riflettere sulla propria esperienza di viaggio con zone salotto e scrittoi, ma anche bauli vintage che diventano minibar o armadi come scrigni di opere d’arte e oggetti preziosi. Il velluto, con cromie differenti che si adattano all’ambiente, rende l’atmosfera calda e avvolgente sottolineando la ricchezza e l’eleganza del design.


Le tre suite infine rievocano altrettante tappe fondamentali del viaggio di Goethe in Italia e alle rispettive eccellenze. La camera Doge con il grande arazzo è ispirata a Venezia e all’arte della manifattura Fortuny; la camera Medici omaggia il mecenatismo della famiglia fiorentina; la camera Borboni, infine, riporta alla sensualità mistica rococò di Napoli.
Camere come mondi a parte apparentemente avulsi da Roma che però si rivela attraverso i numerosi scorci, tra vie e viuzze, tetti e cortili e il Tevere tra i platani.
In apertura: La Libreria Infinita.
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